Molte persone credono fermamente di non essere portati per le lingue. Come fanno a saperlo?
Alcuni sostengono di avere grandi difficoltà a memorizzare le parole, altri si scoraggiano davanti al metalinguaggio della grammatica. Il più delle volte, tuttavia, questa convinzione si rivela infondata e frutto di credenze spesso generate da osservazioni espresse dai genitori o dalle persone che più amiamo.
Queste affermazioni, apparentemente innocue, intaccano profondamente la coscienza del bambino che, nel suo bisogno di emulare il proprio modello e di conformarvisi, blocca inconsciamente le sue vere potenzialità, dando origine a convinzioni che si rivelano poi altamente auto-depotenzianti e che si trascinerà per tutta la vita.
Sono proprio questi convincimenti a viziare l’approccio che la persona ha con la materia di studio e a frenare la sua naturale voglia di sapere.
Sappiamo ormai che l’approccio con cui si accinge a fare qualcosa è determinante e che se questo è fondato sul principio del piacere, l’apprendimento risulta meno faticoso, divertente e soprattutto automatico.
Il metodo utilizzato in questi corsi mira a ripristinare le condizioni ideali più funzionali all’apprendimento che, sollecitando la nostra parte inconscia, fanno emergere “il bambino che è in noi”.